Ilaria Mariani
Abstract pubblicazione
Il progetto di ricerca ha offerto l’occasione per riaprire, con nuovi argomenti, il dossier sullo scultore Giovanni Zorzoni (Venezia, 1663 – Venezia, 1741), personalità dai contorni assai sfuggenti, per certi versi inafferrabile al di là delle poche opere note, a fronte delle quali sta una carriera di prestigio, come lasciano supporre la partecipazione a imprese decorative d’indiscutibile rilievo, l’altare maggiore della nuova chiesa di San Stae e il Giardino d’Estate di San Pietroburgo, e la posizione raggiunta all’interno del Collegio degli scultori.
Il lavoro è stato indirizzato in due direzioni principali: ricerche di carattere archivistico finalizzate al recupero di dati biografici e ampia ricognizione di materiale fotografico, sia presso archivi fotografici specializzati, sia attraverso lo spoglio sistematico di pubblicazioni d’interesse locale riguardanti il territorio veneziano, tesa a individuare opere inedite riferibili allo scultore.
Oltre a portare alla scoperta delle date esatte di nascita, da anticipare di qualche giorno rispetto a quanto riportato in passato, e di morte, la ricognizione archivista ha permesso di indagare gli spostamenti di Zorzoni all’interno della città di Venezia e attraverso l’esame dei verbali delle riunioni, la sua partecipazione alla vita del Collegio degli scultori, in modo da poter suggerire, in assenza di testimonianze dirette, una pur sommaria trama dei rapporti culturali da lui intrecciati con altri artisti. La novità più significativa, emersa tramite l’esame dei catastici, riguarda il trasferimento dello scultore fuori dal territorio lagunare nel 1712, circostanza solo congetturale in quanto non esplicitata nelle carte ma molto probabile considerati gli analoghi sconfinamenti in Dalmazia dei colleghi scultori: Francesco Cabianca e Marino Groppelli.
La questione degli esordi e dell’attività giovanile di Zorzoni, su cui pesa ancora un’assoluta carenza di notizie, ha imposto un riesame sotto il profilo stilistico, aspetto peraltro quasi del tutto trascurato dagli studi apparsi in precedenza, delle poche opere note, tutte appartenenti alla maturità. Il tratto caratteristico della produzione dello scultore, contestualizzata nell’ambito dei mutamenti di gusto che interessano l’arte veneziana nei primi decenni del Settecento, è stato individuato nella sostanziale ambivalenza stilistica: da un lato l’influenza dell’educazione tardo barocca, dall’altro l’adesione agli indirizzi della nuova corrente classicista.
Per quanto riguarda il secondo versante d’indagine, è stato recuperato al catalogo di Zorzoni l’apparato decorativo dell’altare di Sant’Eustachio nella omonima chiesa veneziana, documentato da una serie di pagamenti compresi alcuni a favore di Francesco Danieli, scultore del tutto sconosciuto di cui si profila una possibile attività a fianco di Zorzoni in qualità di stretto collaboratore. Infine, sono state riconosciute come opere di Zorzoni il rilievo marmoreo con angeli dell’altare dell’Assunta, sempre a San Stae, e una statua conservata nei giardini di villa Vizcaya, a Miami (Florida). In forma più sfumata si propone l’attribuzione allo scultore del Monumento a Pietro Morari nella Cattedrale di Chioggia e di alcune parti dell’altare maggiore nella chiesa di San Giovanni Battista a Gambarare, complesso quest’ultimo eseguito a più mani e perciò alquanto problematico, per le difficoltà di giudizio connesse allo scarso margine di autonomia e di riconoscibilità stilistica concesse da realizzazioni d’impegno così limitato e tutto sommato di routine.