Carlo Corsato
Dettaglio, significato, anagogia nella pittura devozionale dei Bassano
La pittura di Jacopo Bassano attraversò un secolo denso di mutazioni e transizioni religiose, che segnarono la spiritualità attraverso conflitti talvolta traumatici. In particolare la chiusura del Concilio di Trento (1563) segnò una svolta decisiva per la cultura cristiana e la sua manifestazione nelle immagini, attraverso un indirizzo dogmatico e normativo di lenta e progressiva assimilazione nelle pratiche pastorali. La riorganizzazione della comunicazione religiosa dovette pertanto investire anche la visualizzazione dei contenuti di fede, affrontando le difficoltà delle immagini di attuare un'univoca revisione delle proprie formule iconografiche.
La risposta di Jacopo Bassano, a partire dalla metà degli anni Sessanta, fu una pittura devozionale fortemente caratterizzata dalla messa in scena delle Sacre Scritture con ampia aderenza al racconto, e da una esegesi anagogica delle storie bibliche affidata ai dettagli. La conseguenza principale di tale scelta fu un'accentuata predominanza di temi cristologici ed eucaristici nelle opere bassanesche, mostrando come la ripetizione degli schemi paterni da parte dei figli, in particolare Francesco Bassano, fu una scelta consapevole dettata da ragioni di committenza e non di mero opportunismo commerciale. Il caso della Moltiplicazione dei pani e dei pesci (San Pietroburgo, Ermitage) e i cicli delle Quattro stagioni mostrano chiaramente nei propri dettagli come sotto il piano iconografico (spesso classificato come "di genere") si celi un colta e raffinata lettura simbolica delle pratiche eucaristiche e battesimali.