La scultura italiana dal XIV al XVI secolo
Museo Statale Ermitage. La scultura italiana dal XIV al XVI secolo. Catalogo della Collezione. A cura di Sergej Androsov, Milano, Skira, 2008
[…] Fino ai primi anni del Settecento la scultura a tutto tondo, nella piena accezione del termine, era pressoché sconosciuta in Russia a causa del veto della Chiesa ortodossa. Solo negli ultimissimi anni del Seicento alcuni scultori fecero la loro comparsa a Mosca, allora capitale dello stato russo, provenienti dall’Europa occidentale (e pertanto anche dall’Italia).
Una grande passione per la scultura manifestò, fin dai suoi primi anni di regno, lo zar Pietro il Grande (1672-1725), che nel 1703 fondò la nuova capitale del paese, San Pietroburgo. Venuto a contatto con l’arte europea durante un soggiorno tra il 1698 e il 1699 in Germania, Olanda, Inghilterra e Austria. egli individuò anche nella scultura un mezzo per introdurre in patria la cultura allora più avanzata in Occidente.
Fin dal 1707 Pietro promosse una serie di acquisti mirati di opere di arte plastica; finché, al momento della morte, la sua collezione privata arrivò a includere non meno di trecento fra statue, busti e bassorilievi di marmo, oltre a un centinaio tra statue e busti realizzati in piombo. La scultura marmorea, salvo alcune eccezioni, veniva reperita in Italia (soprattutto a Venezia), mentre quella in piombo era solitamente acquistata in Olanda. Tutte quelle opere d’arte erano prevalentemente destinate ad addobbare il Giardino d’Estate a Pietroburgo; ma non poche furono inviate a Peterhof, la residenza estiva dello zar sul Golfo di Finlandia. […]